Il Teatro come Strumento Inclusivo e di Crescita: Laboratori per Tutti i Bambini
- Mirko Rizzi

- 25 set
- Tempo di lettura: 4 min

Il teatro è molto più di un’arte da palcoscenico: è un laboratorio di vita.Nei percorsi teatrali, i bambini — con o senza difficoltà specifiche — trovano uno spazio in cui esprimersi, conoscersi e crescere. Il laboratorio diventa un luogo di sperimentazione in cui si impara giocando, senza giudizio, e dove ogni diversità si trasforma in ricchezza.
Il Gioco come Cuore del Teatro
Come ricordava Jacques Copeau, “Il teatro è gioco; senza gioco non esiste”.Il gioco non è un passatempo, ma un linguaggio universale che coinvolge corpo, voce, immaginazione e relazione.Giocare significa:
rispettare regole condivise,
porsi un obiettivo,
affrontare un ostacolo,
mettersi in relazione con gli altri.
Esattamente ciò che accade anche a teatro.La differenza è che nel gioco non c’è l’ansia dell’autogiudizio: “sarò all’altezza?”, “che devo fare con le mani?”, “sarò interessante?”.Il gioco libera l’attore — bambino o adulto che sia — e sposta l’attenzione sull’azione e sull’obiettivo, non sulla paura di sbagliare.
Per questo il gioco è un potente strumento pedagogico: aumenta l’impegno perché diverte, ma non è puro intrattenimento. Ogni attività deve essere finalizzata a un percorso di crescita artistica e personale.
Fragilità e Potenzialità
Ogni bambino porta con sé fragilità diverse: timidezza, difficoltà relazionali, disagi sociali, fatiche cognitive o motorie.Il teatro può aiutare in ciascuno di questi casi, perché offre molte vie di accesso: il corpo, la voce, l’immaginazione, il gruppo.
Dislessia e disgrafia: per molti bambini la scuola è un continuo confronto con la parola scritta, che genera fatica interiore e frustrazione. In teatro, invece, possono esprimersi con altri linguaggi, senza sentirsi giudicati.
Difficoltà relazionali e sociali: il laboratorio è un ambiente protetto che stimola la cooperazione e l’ascolto reciproco, abbattendo paure e timidezze.
Fragilità fisiche: ogni gesto, anche minimo, può diventare espressione artistica. Qui non si misura la performance atletica, ma la capacità di comunicare.
Come scriveva Dario Fo, “non esiste un insegnamento del teatro senza la libertà del gioco”: una libertà che permette di accettarsi e di essere accettati.
Il Copione: un Nemico Segreto nei Laboratori di Base
Nei laboratori teatrali di base scelgo di non utilizzare il copione scritto.Il copione, infatti, rischia di trasformarsi in una gabbia: limita l’ascolto, spegne la spontaneità e mette in difficoltà chi non ha un rapporto sereno con la parola scritta. In particolare, bambini dislessici o disgrafici si trovano subito penalizzati e sperimentano quella stessa fatica interiore che vivono a scuola.
Lavorare senza copione significa spostare l’attenzione dall’esecuzione alla creazione: non si tratta di imparare a memoria battute, ma di generare insieme storie, immagini e azioni.
Improvvisazione e Inclusione
Per questo le mie attività partono sempre da improvvisazioni guidate.Sono improvvisazioni con regole precise, che diventano come “mappe” per orientarsi. In questo modo:
chi ha difficoltà con la scrittura partecipa senza sentirsi escluso,
tutti possono contribuire con la propria voce, il proprio corpo e la propria immaginazione,
il gruppo costruisce insieme il materiale, che solo in un secondo momento può essere fissato o trascritto.
Il copione, quindi, non è escluso a priori: semplicemente non è il punto di partenza. Nei laboratori inclusivi, il testo scritto può nascere solo dopo l’esperienza viva della scena.
Neuroscienze e Teatro
Le neuroscienze confermano ciò che in teatro si sperimenta quotidianamente: l’attività teatrale stimola empatia, cooperazione e regolazione emotiva.
Gli studi sui neuroni specchio (Giacomo Rizzolatti) mostrano come osservare e imitare attivi processi profondi di apprendimento corporeo ed emotivo.
La psicologia (Vygotskij) sottolinea come l’attività creativa favorisca resilienza e autoregolazione.
In questa direzione si colloca il lavoro di Luca Spadaro, che ha intrecciato neuroscienze e teatro.
In L’attore specchio. Training attoriale e neuroscienze in 58 esercizi (Audino, 2019) propone un training che unisce teoria e pratica per stimolare la consapevolezza corporea ed emotiva.
In Recitare le emozioni. Nuove tecniche teatrali attraverso le neuroscienze (Audino, 2023) approfondisce come allenare e restituire in scena le emozioni in modo autentico.
Queste ricerche mostrano come il teatro non sia solo un’arte, ma anche un potente allenamento cognitivo ed emotivo, utile per chiunque, e ancor più per chi vive difficoltà quotidiane.
Accettare le Differenze, Valorizzare la Diversità
Il laboratorio teatrale insegna che non esiste un modo “giusto” di recitare: ogni bambino porta con sé un mondo.
Chi è timido scopre la forza di un personaggio.
Chi ha difficoltà motorie trova nuove possibilità espressive.
Chi fatica con la scrittura diventa portatore di idee sceniche originali.
Come ricordava Jerzy Grotowski, il teatro è una “via di rivelazione”: nei laboratori inclusivi, ciò che si rivela è che ogni diversità è una risorsa per il gruppo.
Conclusione
Il teatro non cancella le difficoltà, ma le trasforma.Offre a ciascun bambino la possibilità di sentirsi protagonista, parte di una comunità, libero di esprimersi. Restituisce dignità, autostima e fiducia nelle proprie capacità.
Ogni laboratorio diventa così un piccolo laboratorio di umanità: un percorso in cui il divertimento sostiene l’impegno, le fragilità diventano risorse e le differenze si trasformano in valore.
Bibliografia essenziale
Viola Spolin – Improvisation for the Theater
Konstantin Stanislavskij – Il lavoro dell’attore su se stesso
Jerzy Grotowski – Per un teatro povero
Dario Fo – Manuale minimo dell’attore
Bertolt Brecht – Scritti teatrali
Augusto Boal – Il teatro degli oppressi
Luca Spadaro – L’attore specchio (Audino, 2019)
Luca Spadaro – Recitare le emozioni (Audino, 2023)
Lev Vygotskij – Pensiero e linguaggio
Giacomo Rizzolatti – studi sui neuroni specchio






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